A tutte le donne

Avrei dovuto scrivere un articolo più scientifico per dare inizio ai consigli dedicati alla gravidanza, ma sentivo che mancava qualcosa prima. Il bello è che non so nemmeno io esattamente cosa. Forse un incoraggiamento, o forse solo le mie riflessioni sull'essere donna oggi (che detta così sembra tanto una canzone degli Elio e le storie tese!). Pensieri disconnessi qua e là, frutto della mia personale esperienza ma anche di quella delle tante donne che seguo e delle amiche con cui mi confronto.
La cosa che accomuna tutte le donne è l'essere in continuo movimento (non tanto fisico quanto mentale), in continua ricerca, in un'incessante desiderio di cambiamento.
Questa caratteristica rispecchia molto la natura ciclica dei nostri ormoni e della nostra vita, che dall'infanzia fino alla terza età attraversa fasi molto differenti tra loro.
In molte (troppe!) donne la spinta al cambiamento è dettata dall'insoddisfazione per sé stesse e dal desiderio di essere altro da sé, in una continua lotta contro la propria identità a favore di un'altra ideale, forse non troppo realistica né raggiungibile. Il tutto in una società in cui abbiamo ricercato e lottato per la parità, ma a volte questa parità si trasforma in una disparità ancora più marcata in termini di fatica e sacrificio per poterla mantenere o soltanto raggiungere. In famiglia come fuori, sentiamo di dover continuamente soddisfare delle richieste e avere determinati requisiti: essere belle, essere brave, essere efficienti, essere affermate, essere grandi lavoratrici, essere fertili, essere madri, essere compagne, essere emancipate, essere al passo con i tempi (e anche se pensiamo di non riuscirci, noi donne davvero siamo in grado di fare tutto questo! Perché siamo meravigliose ❤). Non mi stupisce che poi si crolli davanti a tale mole di richieste, o quantomeno s'imbocchi la strada delle compensazioni, una fra tante, forse la più semplice e quella più a portata di mano: il cibo.

D'altra parte esistono delle ragioni fisiologiche per cui alcune persone ricorrano a specifici alimenti per poter contrastare lo stress e anche gratificarsi, questo perché il cervello umano risponde molto bene agli zuccheri e al gusto dolce, attivando le stesse aree del piacere che rispondono alle droghe.
Quando si parla di "drogati di cibo" non si va quindi molto lontano dalla realtà.
Ma quindi non c'è scampo? No. Una soluzione c'è, ma richiede impegno e dedizione e consiste nel ritrovarsi, nel decidere di volerci bene, qualsiasi sia la situazione che stiamo vivendo.
E poi ripartire da lì, svuotando la mente dalla serie di "devo devo devo" e riempiendola con dei "ho voglia di, ho bisogno di".
Questo significa, per esempio, indulgere nell'alimentazione e giustificare stravizi e/o abbuffate? Eh no. Non sarà quel dolce farcito di panna e cioccolato a darvi la felicità, come non lo sarà nemmeno il divieto assoluto dello stesso dolce per mesi e mesi, alla spasmodica ricerca di una taglia 40.

L'equilibrio è ciò a cui dovete puntare e, se da sole non vi riesce, va bene chiedere aiuto e mantenere la fiducia nella possibilità di stare finalmente bene, anche se finora non è andata così.
Credo questa sia la base di partenza per tutto.

E, nello specifico nei confronti del desiderio di una gravidanza, aver raggiunto un buon equilibrio e una buona consapevolezza di sé stesse sono fattori favorenti e che vi predisporranno alla maternità. Se esistono dei problemi di fertilità, è molto importante curare al massimo anche l'alimentazione, perché potrebbero esserci delle disfunzioni endocrine regolabili non solo attraverso adeguate terapie farmacologiche ma anche attraverso particolari attenzioni dietetiche. Inoltre è dimostrato che iniziare una gravidanza in un buono stato nutrizionale garantisce un maggior benessere a mamma e nascituro.
Non si può pensare quindi di prestare più attenzione alla propria salute fisica solo a partire da quel test positivo, come non si può sentirsi autorizzate a mangiare qualsiasi cosa non appena si saprà di essere incinte. Non va bene affamarsi durante i 9 mesi, ma nemmeno decidere di non avere nessuna "regola". Equilibrio, prima durante e dopo, perché stiamo nutrendo noi stesse e il nostro cucciolo, non solo attraverso il cibo e le abitudini di vita correnti ma anche con quello che abbiamo mangiato/fatto nelle epoche prima del concepimento. Il tutto vissuto non come ennesimo "dovere" o ennesima "dieta", ma come profondo atto di amore verso sé stesse, meravigliose generatrici di vita.

L'immagine di copertina di questo post è di Alia Qunhua su Flickr