Quant'è duro stare a dieta?

Dopo il lunedì, il rientro al lavoro e la ripresa delle varie attività domestiche, credo che rimettersi a dieta, con alle spalle un periodo più o meno lungo di vacanze, sia una delle robe più angoscianti della vita [detto con estrema ironia, ben consapevole che le vere tragedie siano tutt'altro che queste...].

A sottolinearlo è una che, nonostante la propria professione, dopo il periodo estivo si ritrova addosso qualche chilo di troppo... e non sono i vestiti meno leggeri.
Perché sono ingrassata? Semplice: ero in vacanza circondata da squisiti manicaretti, ho mangiato troppo e mi sono mossa in proporzione troppo poco. Lo ammetto con estrema sincerità, ma anche con un pizzico di fierezza, perché questo NON fa di me una professionista meno brava o poco seria, ma forse sottolinea il fatto che io sia una persona fallibile come tutti gli altri, inclusi i miei stessi pazienti.  Pazienti che spesso mi chiedono se mangio (?!) o se mi piace mangiare (?!?), o sono convinti che mentre mangio io stia a contare le calorie ingerite. Una signora una volta mi ha addirittura detto che io non avrei mai avuto bisogno di stare attenta alla mia alimentazione "tanto lei è dietista" (!?! Forse sono geneticamente predisposta al benessere e non lo sapevo??). Tante e simpaticissime affermazioni, più o meno sconclusionate, a cui negli anni ho imparato a rispondere con un: "dato che sono dietista, io vivo di fotosintesi clorofilliana, per cui il cibo e tutte le tematiche ad esso correlate mi sono indifferenti come persona e le analizzo solo dal punto di vista nutrizionale e scientifico" [ridete prego - ironia].

E invece no.
Pure i dietisti mangiano, anche a noi piacciono i cibi ipercalorici, pure con noi la bilancia sarà spietata se esageriamo e, udite udite, anche per noi è difficile stare a dieta e resistere, che ne so, alla tentazione di un bel cannolo siciliano. So che con queste rivelazioni sto gettando nel panico molti di voi, ma vi assicuro che è proprio così. 

La giusta motivazione

Ma vi dirò di più: il fatto di aver messo su peso ultimamente mi rende molto difficoltosa anche la ripresa dell'attività fisica, che quando avevo qualche chiletto in meno addosso svolgevo molto più agevolmente. E per attività fisica non intendo 2 ore di spinning o step, no: mi pesa anche farmi i miei soliti giri giornalieri di camminata a passo veloce o fare qualche rampa di scala in più. Ma è stata proprio quest'ultima constatazione, il fatto cioè di essere più affaticata nei movimenti della quotidianità, la mia "spinta motivazionale" che proprio quest'oggi mi ha convinta a invertire la rotta. Ciò non toglie la fatica e il sacrificio della rinuncia, ma l'enorme differenza è che non li vedo fine a se stessi come invece sarebbe se m'imponessi la dieta col solo scopo di perdere peso. Sembrano sottigliezze, ma questo ed altri stratagemmi possono davvero fare la differenzaE' proprio apprezzando la mia vita "di qualche chilo fa", il benessere di uno stile alimentare sano e di una forma fisica in cui mi sentivo più a mio agio che riesco a trovare la forza per affrontare la mia "dieta", non di certo l'inseguimento di un numero sulla bilancia.

Non mi è stato aggiunto nel DNA un nuovo gene al momento della laurea in dietistica, che mi faccia affrontare con allegria e spensieratezza una modifica del mio stile di vita o che non mi faccia ingrassare. Ho sicuramente tante frecce al mio arco in più di chi non fa il mio lavoro, perché conosco qualche strategia per affrontare nel modo giusto una dieta. Inoltre, proprio il mio lavoro mi mette di fronte ogni santo giorno la consapevolezza di cosa possa generare uno stile di vita scorretto, e questo mi è di enorme spauracchio. Sono in età fertile e conosco perfettamente l'importanza di una nutrizione sana ed equilibrata, in vista di possibili future gravidanze.
Ma, come tutti i miei pazienti e come la maggior parte del genere umano, amo mangiare e sono circondata da tentazioni, a cui anche per me è difficile resistere.
E vorrei confortare quanti, "messi a dieta" da me o da qualche altro collega professionista, si sentono incompresi e quasi costretti alla fame da un sadico aguzzino: lo sappiamo quanto è dura, pure a noi capita di perdere la bussola, ma sappiamo anche che è fattibile, non è uno sforzo sovraumano (se fatta nel modo giusto!) e può avere numerosi punti di forza che potrebbero renderla addirittura un percorso piacevole.

Volete conoscere qualche accorgimento per riprendere, come me, delle sane abitudini di vita?
Volete condividere con me gli sforzi e le difficoltà? Ci mettiamo a dieta insieme?
Restate sintonizzati, nel prossimo post qualche utilissimo consiglio.

La foto di questo post è di Claudia Stritof su Flickr