Perché falliscono le diete?
Una dieta è un insieme di regole alimentari.
In uno schema dietetico generalmente si trovano annotati un insieme di alimenti suddivisi per pasto e con accanto delle quantità e delle frequenze.
Tali alimenti e quantità sono stabiliti secondo la competenza del nutrizionista/dietista che ha prescritto tale dieta, tenendo conto dello stato di salute, dei fabbisogni, del livello di attività fisica, di età, peso, sesso e varie ed eventuali, compresi gli obiettivi che, aderendo a tale prescrizione, la persona dovrebbe raggiungere.
Se la persona in questione si mette lì da brava a seguire tutta questa serie di regole, e lo farà continuativamente, raggiungerà i suoi scopi in un tempo accettabile e potrà mantenerli a lungo termine se procederà a seguire le indicazioni, senza tornare alle sue precedenti abitudini.
Figo, semplice e veloce, no?
Peccato che tutto questo processo non tenga affatto conto della complessità dell'essere umano e di una serie di trabocchetti che conducono inesorabilmente, nel 90% dei casi (90%!!!!) a ritornare punto e a capo, con magari una composizione corporea o uno stato di salute psicofisica peggiore di quello di partenza.
Perché le diete non sono efficaci a lungo termine
Qui di seguito alcuni dei motivi dell'inefficacia a lungo termine del metodo prescrittivo indicato come "dieta":
- Considera la forza di volontà come principale motore del cambiamento;
- Non lavora sulle vere leve del cambiamento umano e sulla rimozione delle abitudini disfunzionali;
- Enfatizza il controllo e istaura la restrizione cognitiva;
- Allontana dalla fisiologica percezione dei segnali di fame e sazietà;
- Lavora su cibo, quantità e frequenze, non sul comportamento alimentare;
- Promette risultati facili e veloci;
- Non è un metodo educativo e anzi incentiva la dipendenza da dieta stessa/terapeuta;
- Accentua l'attenzione su cibo, peso e corpo;
- Non risolve eventuali problemi di immagine corporea, anzi: li enfatizza;
- Non considera la persona come un complesso sistema mente/corpo;
- Allontana dal concetto di nutrimento come amore per se stessi e incita al senso di colpa alimentare;
- Non tiene conto delle caratteristiche socio-culturali e della storia di vita del paziente;
- Danneggia l'autostima;
- Promuove l'innesco di un circolo vizioso fatto di "dieta-non dieta-dieta-non dieta....";
- È il principale trigger per lo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare.
ATTENZIONE!
Io non sto dicendo che le indicazioni nutrizionali del nutrizionista/dietista siano sbagliate e non apportino benefici: da un punto di vista teorico-oggettivo alcune diete potrebbero davvero migliorare la salute fisica delle persone! Il problema è che le persone non sono sistemi teorici. Gli esseri umani faticano ad adeguarsi a tali prescrizioni (cioè vi aderiscono soltanto per un periodo più o meno breve oppure non lo fanno affatto) e spesso in seguito ad esse sviluppano una serie di effetti indesiderati che le allontaneranno sempre di più da uno stile alimentare davvero benefico.
Come uscirne vincenti? Magari provando a indurre le persone a delle modifiche nei comportamenti alimentari senza però farli passare dal "sistema dieta".
Interessante vero? Ma ne parliamo nel prossimo post.
Se intanto vuoi saperne di più sul perché le diete falliscano, ti metto qui sotto il video del bravissimo Dott. Daniele Schupffer, biologo nutrizionista ed esperto in psico-biologia della nutrizione e del comportamento alimentare. Lo ringrazio davvero di cuore perché sono colleghi come lui che mi hanno aiutata a scegliere questa strada.
In questo video il Dott. Schupffer ci spiega in modo molto completo cosa accade quando il sistema complesso "uomo" incappa nel sistema semplicistico "dieta".
Buona visione e alla prossima per ulteriori approfondimenti sui metodi alternativi alla dieta.
Bibliografia:
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