Il tempo delle mele

Sembra quasi fantascienza ma ve lo garantisco io: non troppi anni fa, c’era “un tempo” (cioè una stagione specifica) per la maggior parte di frutta e verdura.
Eh già, si andava dal fruttivendolo a novembre e fra le sue primizie nessuna traccia di fragole, zucchine e melanzane. Decisamente diverso il panorama attuale dei nostri supermercati e mercati ortofrutticoli. Ma che cosa è cambiato da allora a oggi? La chiave di lettura sta senz’altro nel progresso, sia delle pratiche agricole e dei mezzi di trasposto sia dell’industria e della tecnologia più in generale. Per esempio, è stato possibile costruire serre riscaldate e illuminate, che hanno permesso la coltivazione di primizie tipicamente estive anche in pieno inverno; si è riusciti a trasportare dall’altra parte del mondo frutti inesistenti o fuoristagione sul nostro territorio; si è potuto selezionare e coltivare il tipo di frutto più dolce e più resistente ai cambiamenti climatici; e tanto altro ancora. Oltre al progresso c’è la domanda, sempre più esigente e in crescita, da parte dei consumatori, che apprezzano molto la possibilità di mangiare peperonata tutto l’anno.
Come mai, invece, si parla tanto di stagionalità e dell’importanza di tornare ad acquistare frutta e verdura di stagione?

I motivi principali sono i seguenti:

  1. COSTI: un prodotto di stagione costa di meno, perché non ci sarà stato bisogno di concimazioni sostenute e serre riscaldate per ottenerlo. Il Km 0 fa risparmiare ulteriormente perché il prodotto non subisce il rincaro del viaggio e abbatte i consumi. E' vero anche che, a volte, ci imbattiamo in prodotti "in offerta" e magari esteri che costano ancora meno, ma dato che il carburante per portarli qui non è gratis, dove pensate si vada a risparmiare per limare il prezzo di quel prodotto? Esatto: qualità e magari manodopera a basso costo..;
  2. PALATABILITA’: un frutto di stagione (e sempre a Km 0!) è più buono, perché è maturato sulla pianta al tempo giusto, col clima idoneo, senza “forzature” e impiega pochissimo per arrivare sulle nostre tavole (senza dover subire viaggi dopo una raccolta prematura);
  3. VALORI NUTRIZIONALI: alcune vitamine si deteriorano durante i viaggi oppure nei lunghi stoccaggi (si pensi alle mele in giugno, magari stoccate da settembre e conservate al freddo e al buio per mesi e mesi). Inoltre, per un buon contenuto di micronutrienti, il frutto deve maturare sulla pianta, al sole, e non durante un viaggio che non fa altro che depauperarlo ulteriormente;
  4. VARIETA’ ALIMENTARE: avere tutta la frutta e la verdura tutto l’anno ci spinge paradossalmente a seguire una dieta meno varia e più orientata sulle stesse scelte alimentari. E’ molto importante sperimentare invece nuove ricette, assaggiando magari verdure invernali (che generalmente sono le meno gradite) cucinate in modo del tutto differente dal solito. Facciamoci aiutare dalla natura stessa ad avere un’alimentazione che cambia con essa, secondo i suoi ritmi;
  5. SOSTENIBILITA’: scegliere frutta e verdura locali e di stagione comporta un abbattimento del consumo di carburante, riduce le emissioni inquinanti e riduce i trasporti.

 

Il mio consiglio quindi è: scegliete il più possibile prodotti italiani, locali e di stagione.
Per orientarvi nella scelta potrebbe esservi utile un calendario della stagionalità: l'ho preparato io per voi e lo potete consultare qui.
Non andate in panico però: infatti ci sono differenze di stagionalità passando da una regione all’altra dell’Italia stessa (oltre al fatto che non esiste una vera e propria delimitazione tra mesi contigui e che la maturazione dei prodotti può essere anticipata o ritardata in base all'andamento climatico dell'anno), per cui potreste trovare delle differenze nei calendari in circolazione, ma non c’è nessun errore.
Non prendete quindi rigidamente questa tabella né un'altra, ma fatene un uso costruttivo e sensato.

Buona stagionalità a tutti!