Come nutrirsi con gentilezza

La soluzione "dieta" come già affrontato in questo post è un'illusoria metodica.
Il motivo principale della sua inefficacia sta proprio nella sua intrinseca sempificazione di aspetti invece molto complessi.

NUTRIRSI È MOLTO PIÙ CHE STARE A DIETA 

Seguire dei consigli nutrizionali non educa la persona a nutrirsi secondo i propri fabbisogni.
È una modalità che limita moltissimo la proattività della persona.
Molto più utile invece è guidare la persona a una migliore conoscenza
di sé, dei propri bisogni corporei, dei propri fisiologici segnali di fame e sazietà, dei corretti concetti di scienza dell'alimentazione (andando quindi a rimuovere le false credenze sul cibo ahimè così diffuse).
In modo semplice e suddiviso nei vari incontri, il nutrizionista trasmetterà al paziente una parte della propria conoscenza, in modo che, un passo alla volta, possa essere il paziente stesso a crearsi il proprio "piano alimentare".

IN COSA CONSISTE UN APPROCCIO GENTILE E NON PRESCRITTIVO ALL'ALIMENTAZIONE

Si tratta di un percorso, la cui durata varia in base alla specifica persona ma tendenzialmente non è mai inferiore ai 6 mesi. Non ci si focalizza mai sul peso (e cioè l'obiettivo non è mai ottenere il peso X). Gli obiettivi si concordano e riguardano più una modifica dei comportamenti alimentari riconosciuti come disfunzionali.
Durante gli incontri il dietista/nutrizionista non fornirà nessuna dieta, ma dapprima aiuterà il paziente a comprendere meglio la natura del suo problema, lo motiverà al cambiamento e lo aiuterà a migliorare la sua autoefficacia, anche accompagnandolo nell'individuazione di obiettivi realistici e graduali.
In un secondo momento ci sarà la parte educativa alimentare, durante la quale il paziente apprenderà i principi di una sana alimentazione e sarà coinvolto dal professionista attraverso piccoli esercizi, ricerche personali su alcune tematiche e continuamente stimolato a riflettere su come sta e si sente durante la sua esperienza alimentare.
La parte riabilitativa alimentare comprenderà una serie di tecniche per migliorare i comportamenti alimentari e per gestire gli ostacoli, più tutta una parte pratica in cui il paziente sarà invitato a sperimentare manipolando e assaggiando il cibo con la guida del dietista/nutrizionista.
Si punterà a riabilitare la corretta percezione degli stimoli di fame e sazietà, distinguendoli dal desiderio di mangiare per altre motivazioni.
In ogni fase del percorso non ci si focalizzerà sul peso corporeo, che resterà un parametro con cui riappacificarsi e una conseguenza delle modifiche comportamentali.
L'obiettivo del percorso è sostituire i comportamenti disfunzionali col cibo con nuovi comportamenti benefici a 360 gradi, con lo scopo di liberare il paziente dal conflitto con cibo peso e corpo.

PREGI E DIFETTI DEGLI APPROCCI NON PRESCRITTIVI (cioè senza dieta)

Tra i PREGI dei metodi non prescrittivi:

  • sono metodi gentili, nel senso che privilegiano l'ascolto del corpo più che forzarlo a modifiche ad ogni costo;
  • rifuggono la cultura della dieta, con tutte le sue subdole manifestazioni;
  • sono metodi educativi, dunque inducono la persona a diventare parte attiva e autonoma del suo cambiamento;
  • mettono paziente e terapeuta sullo stesso piano relazionale;
  • introducono al prezioso concetto di "peso naturale";
  • una volta concluso il proprio percorso, non ci sarà più bisogno di rivolgersi all'ennesimo nutrizionista;
  • rendono la persona davvero competente su se stessa e su cosa sia giusto per lei mangiare;
  • migliorano le sensazioni di autoefficacia e di autostima (in genere piallate dalle diete!);
  • migliorano l'immagine corporea (attenzione però: su questo punto è necessaria l'azione sinergica con uno psicoterapeuta formato al riguardo);
  • aiutano la riscoperta di fame, sazietà e dell'intelligenza corporea;
  • agevolano il raggiungimento di un buon equilibrio psicofisico;
  • accolgono tutto il cibo, senza creare tabù o demonizzazioni;
  • sono flessibili e incoraggiano alla flessibilità, sempre;
  • sono indicati per chi soffre di un DCA (MA non sono sufficienti alla cura di queste patologie, che vanno SEMPRE affrontate col supporto di uno psicologo adeguatamente formato al riguardo).

 

Tra i DIFETTI dei metodi non prescrittivi ricordiamo:

  • necessitano la rimessa in discussione di concetti ahimè socialmente martellanti su cibo, peso e corpo; 
  • richiedono incontri frequenti, numerosi e ravvicinati;
  • sono più lenti (perché lavorano a fondo sulle abitudini e sui comportamenti, la cui modifica non è mai veloce);
  • sono più dispendiosi in termini di tempo e risorse;
  • non danno soluzioni preconfezionate e richiedono al paziente, per larga parte, di ricercarle e ottenerle da sé;
  • non offrono nuovi prodigiosi metodi per dimagrire;
  • non portano al raggiungimento del peso ideale o di un qualsiasi altro peso prestabilito/richiesto dal paziente.

 

In un mondo che corre, dove siamo abituati con un click a pagare per comprare un servizio, il "sistema dieta" è senza dubbio più accattivante.
Anche se i benefici a lungo termine scarseggiano, nell'immediato è una risposta veloce che apparentemente risolve un problema e illude di soddisfare una richiesta
Ma ti chiedo io: ha senso ricorrere a un qualcosa i cui effetti sono solo temporanei e magari seguiti da un peggioramento della tua relazione con cibo, peso e corpo?
 

Nei prossimi post affronterò alcune metodiche alternative alle diete: l'alimentazione intuitiva e la mindfuleating.

A presto!

Bibliografia:
1. Il trattamento educativo e riabilitativo dell'obesità e dei disturbi alimentari - corso residenziale Adepo X edizione - S. Di Lauro, M.Russo, A.Sbordone, V.Valtucci 
2. Educare il paziente - Un approccio pedagogico. Jean François D'Ivernois, Rèmi Gagnayre
3. Dieting history in obese youngsters with and without disordered eating. Claus L, Braet C, Decaluwé V.
Int J Eat Disord. 2006 Dec;39(8):721-8. doi: 10.1002/eat.20295. PMID: 16937385
4. Dieting: proxy or cause of future weight gain? Lowe MR. Obes Rev. 2015 Feb;16 Suppl 1:19-24. doi: 10.1111/obr.12252.
PMID: 25614200 Review.
5. Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei DA (Quaderni del ministero della salute n° 29/2017)