Chi dorme non piglia...chili

Dormire fa bene, lo sappiamo dalla notte dei tempi e lo percepiamo sulla nostra pelle: cosa c’è di meglio di una sana e profonda dormita, che ci rimette in pace col mondo?
Forse però non tutti sanno che, quando si dorme troppo poco, oltre ad essere intrattabili e un po’ rimbambiti, si tende a rivolgersi in modo diverso al cibo. Ve ne eravate mai accorti?
Gli studi a tal riguardo si sprecano, tra gli ultimi quello di un gruppo di ricercatori dell’università di Berkeley in California, che hanno indagato quale fossero i meccanismi cerebrali alla base del legame tra desiderio di cibo e deprivazione del sonno.
Secondo i dati raccolti, sembrerebbe che il cervello tenda a desiderare maggiormente il cibo e a preferire alimenti ipercalorici se non si è dormito abbastanza, generando quindi un aumento dell’intake calorico.
Quali meccanismi agiscono alla base di tutto ciò?
Le ipotesi formulate sono due:
    •    un errato reclutamento delle aree corticali del cervello (cingolo anteriore, corteccia latero-orbito-frontale e l’insula anteriore) adibite alla valutazione degli stimoli ad alimentarsi;
    •    un’eccessiva reattività nelle due regioni subcorticali (amigdala e corpo striato ventrale) che controllano l’appetito.
I ricercatori hanno misurato l’attività delle regioni cerebrali d’interesse, rilevando effettivamente in chi dormiva poco una minor attività delle prime tre aree sopra nominate, mentre l’amigdala risultava molto più responsiva. Quindi entrambe le ipotesi risulterebbero fondate.
In parallelo ai cambiamenti nella reattività neuronale, il gruppo di persone che dormiva poco tendeva a mangiare di più dei “dormiglioni”, preferendo maggiormente cibo ad elevato contenuto calorico. Non solo: le scelte alimentari erano tanto più rivolte a cibo ipercalorico quanto più severamente era percepita la deprivazione di sonno dal soggetto.
Sembrerebbe pertanto che un sonno insufficiente sia correlato allo sviluppo e/o il mantenimento dell’obesità, attraverso la selezione di cibi ad alto contenuto calorico e un aumentato interesse per il cibo in genere.
E’ opportuno fare una precisazione: la deprivazione di sonno non è l’unica possibile causa di obesità e sovrappeso, che restano sempre e comunque malattie multifattoriali, alla base delle quali esistono cause genetiche, ambientali, ormonali, psicosociali, ecc. Avere la possibilità di conoscere meglio le varie sfaccettature di malattie così complesse permette di affrontarle su più aspetti ed avere una chance in più di sgrovigliare la matassa.
La conclusione appare evidente: un sonno adeguato e ristoratore è una delle validissime armi di prevenzione in nostro possesso per promuovere il controllo del peso, aiutando il cervello a fare scelte alimentari più appropriate.
Forza allora, tutti a letto presto!

Foto di Janey A and Jake Z su Flickr [Alcuni diritti riservati]